Il pignoramento minimo vitale è l’ultima difesa che ti resta prima che ti portino via anche l’essenziale per vivere.
Non è un dettaglio tecnico, è il confine tra la sopravvivenza e l’abisso!
Quando ti pignorano lo stipendio o la pensione, c’è una soglia sotto la quale non possono scendere. Quella soglia si chiama minimo vitale e non è uguale per tutti!
Ma non ti illudere, il pignoramento stipendio minimo vitale non ti protegge come credi, perché quel “minimo” è davvero… minimo.
Vivi con uno stipendio da 1.200 €?
Potrebbero lasciarti in tasca poco più di 700 €, ti sembrano abbastanza per pagare affitto, bollette, spesa e figli?
E se hai una pensione?
Il rischio è ancora peggiore, il minimo vitale cambia ogni anno, ma resta comunque lontano dal coprire i reali bisogni di una persona in pensione.
Chi ti pignora non ha pietà, non gli interessa se hai una famiglia, un affitto o un mutuo, vuole solo prendersi ciò che può e lo fa nel modo più veloce possibile.
In tutto questo il tempo non volge a tuo vantaggio:
- più passa il tempo,
- più gli interessi corrono,
- più le procedure avanzano
e quando ti arriva l’atto di pignoramento, non hai più tempo per scegliere!
Fai attenzione: non ti basta sapere cos’è il minimo vitale per risolvere, perché chi si trova in una vera crisi da debiti, non ha bisogno di calcoli. Ha bisogno di una via d’uscita.
In questo articolo vedremo cos’è davvero il pignoramento minimo vitale, come funziona, come si calcola e soprattutto perché non è la soluzione ai tuoi problemi!
Perché quando i debiti sono fuori controllo, servono strumenti legali, definitivi e pensati apposta per chi non riesce più a stare in piedi.
Cos'è il minimo vitale?
Il minimo vitale rappresenta la soglia sotto la quale nessuno può scendere, nemmeno un creditore con un atto in mano.
E’ il limite invalicabile che ti tutela da un pignoramento totale, serve a garantirti una somma minima per vivere, anche se hai troppi debiti e tanti pignoramenti.
Se ti stanno pignorando lo stipendio o la pensione, non possono portarti via tutto, devono lasciarti qualcosa. Quel qualcosa è ciò che la legge considera “vitale”!
Ma non farti illusioni, parliamo di una cifra che spesso non ti permette di vivere con decoro, parliamo del minimo indispensabile per sopravvivere.
E’ una soglia stabilita in base a parametri generali e spesso non tiene conto della tua vera situazione:
- figli a carico,
- affitto,
- bollette,
- spesa per il cibo,
- spese mediche.
Chi ha fissato questi limiti ha fatto i conti con il codice civile, non con la vita reale!
Mentre il giudice calcola il minimo e applica il pignoramento sul tuo reddito, tu devi continuare a mettere il piatto in tavola. Anche se nel piatto non c’è nulla!
Per questo, quando si parla di pignoramento minimo vitale, non ci si può sentire davvero al sicuro, è una difesa che protegge solo sulla carta.
La realtà è che con quei soldi, spesso, non ci arrivi nemmeno a metà mese e se pensi che basti sapere cos’è il minimo vitale per affrontare un pignoramento, stai solo rimandando il problema.
Quando hai debiti veri, la soluzione non sta nei limiti legali, sta nel capire come fermare il meccanismo prima che ti stritoli!
Come calcolare il minimo vitale impignorabile? Esempio pratico
Quando si parla di pignoramento minimo vitale, bisogna guardare alla percentuale che per legge può essere trattenuta dallo stipendio!
Nel caso di un creditore finanziario, la quota pignorabile è del 20%, significa che, qualunque sia il tuo reddito, ti verrà trattenuto al massimo un quinto.
Facciamo un esempio
- Hai uno stipendio netto di 1.200 euro.
- Il creditore può trattenere il 20%, cioè 240 euro.
- Ti resteranno in busta 960 euro.
In questo caso, il tuo minimo vitale corrisponde all’80% dello stipendio.
Non si calcola con una cifra fissa, ma in base alla percentuale che non può essere toccata.
Questa soglia varia se ci sono altri pignoramenti attivi, ma non può mai scendere sotto il 50%!
Cioè, in ogni caso, almeno metà del tuo stipendio deve restare nelle tue mani.
Il problema è che questa protezione è solo teorica, perché se vivi con meno del necessario, le bollette, l’affitto e i figli non aspettano.
Il minimo vitale non è un salvagente è solo il limite oltre il quale possono ancora prenderti tutto… restando nella legge!
Pignoramento minimo vitale pensione
Il minimo vitale funziona in modo diverso quando si parla di pensione.
Qui il calcolo non parte dal totale, ma solo dalla parte che supera una certa soglia!
Nel definire i limiti del pignoramento della pensione, si applica la regola del limite impignorabile che fa riferimento al doppio dell’assegno sociale!
È la base della sopravvivenza che la legge ti garantisce in quanto pensionato, almeno sulla carta, sul limita al pignoramento minimo vitale.
Facciamo un esempio concreto
-
- La tua pensione è di 1.200 €
- Il doppio dell’assegno sociale, che nel 2025 è pari a 538,68 €, ammonta a 1.077,36 €. Quella cifra è impignorabile.
- Il 20% del pignoramento si calcola solo sulla parte eccedente.
- In questo caso, l’eccedenza è di 122,64 euro (1.200 - 1.077,36).
- Il 20% di quella cifra equivale a 24,52 euro.
Risultato? Il creditore può prendersi solo 24,52 euro al mese!
Questo calcolo è valido per pignoramenti ordinari, come quelli di finanziarie e banche, se invece interviene ADER o ci sono assegni alimentari, le regole cambiano.
Ma anche con questa tutela, il quadro non è rassicurante, perché spesso la pensione è già bassa e se arrivano più pignoramenti insieme, anche la parte protetta può diventare insufficiente.
Pignoramento minimo vitale stipendio
Il pignoramento sullo stipendio segue regole diverse rispetto alla pensione. Qui non esiste una soglia fissa in euro, ma delle percentuali che rispondono a principi diversi.
Se il debito è di natura finanziaria, il limite è chiaro: massimo il 20% del netto in busta, quindi, l’80% dello stipendio deve restare nelle tue mani.
E’ questa la forma più comune di pignoramento stipendio minimo vitale.
Il discorso cambia in base al creditore. Se il creditore è Equitalia (ADER), la percentuale di pignoramento parte dal 10%, per crescere all’aumentare dello stipendio:
- Fino a 2.500 euro: massimo 1/10
- Tra 2.500 e 5.000 euro: massimo 1/7
- Oltre 5.000 euro: si può arrivare a 1/5
E se hai anche un pignoramento per assegni di mantenimento?
In quel caso, la trattenuta può arrivare fino al 50% dello stipendio stesso ed è cumulabile con gli altri pignoramenti.
Il rischio è di trovarti con una busta paga tagliata a metà, anche se hai un lavoro fisso e anche se hai una famiglia a carico.
Il minimo vitale, in teoria, è quella parte che deve permetterti di vivere, ma nella pratica, spesso non basta nemmeno per sopravvivere.
Perché tra affitto, spese e bollette, il 50% dello stipendio non copre nemmeno il necessario.
Più resti fermo, più la situazione peggiora, perché i pignoramenti si sommano e quando parte uno, gli altri arrivano a ruota!
Il minimo vitale non è una protezione, è solo il limite massimo entro cui ti possono colpire… senza violare la legge!

Qual è il minimo vitale del 2025?
Quando si parla di pignoramento minimo vitale, la maggior parte delle persone pensa che esista una cifra fissa, una soglia sotto la quale nessuno può andare.
La verità è che non esiste un solo minimo vitale, ne esistono diversi e cambiano in base a chi ti sta pignorando e cosa ti sta pignorando.
Vediamoli uno per uno.
Minimo vitale sul conto corrente
Qui c’è una soglia chiara e numerica, equivale al triplo dell’assegno sociale che nel 2025 vale 538,68 €, di conseguenza la soglia è: 1.616,04 €
Se hai questa cifra o meno sul conto, nessuno può toccarla. Che il tuo reddito sia stipendio o pensione, questa cifra è intoccabile e solo l’eccedenza può essere pignorata!
Minimo vitale sullo stipendio – debiti finanziari
Quando andiamo al pignoramento del reddito fatto alla fonte, le cose cambiano.
Se il pignoramento è fatto per un debito di natura finanziaria, ti tratterrano il 20% dello stipendio netto, quindi, l’80% ti deve rimanere.
Questa percentuale è la tua soglia vitale in quel contesto, in caso di singolo pignoramento.
Minimo vitale sullo stipendio – debiti fiscali (ADER)
Qui la percentuale cambia in base allo stipendio, variando da un minimo del 10% a un massimo del 20%. Valori che cambiano in funzione del netto in busta:
- Fino a 2.500 euro → massimo 1/10
- Tra 2.500 e 5.000 euro → massimo 1/7
- Oltre 5.000 euro → massimo 1/5
Minimo vitale con assegni di mantenimento
Se hai pignoramenti per alimenti o mantenimento, si può arrivare fino al 50% dello stipendio o della pensione.
In questo caso il tuo minimo vitale si riduce drasticamente, portando il tuo stipendio ad una cifra davvero impossibile alla sopravvivenza.
Abbiamo visto come si comportano i singoli pignoramenti e quali sono i minimi vitali che vengono applicati.
Ma cosa accade nel momento in cui ci troviamo con più pignoramenti contemporaneamente?
Purtroppo non è raro, al contrario, nel momento in cui parte un pignoramento, il lavoratore se ne vede addossati altri.
Ecco cosa accade con più pignoramenti contemporaneamente:
- Pignoramento di natura finanziaria 20%
- Pignoramento fiscale da Equitalia 10%
- Pignoramento per assegno alimentare 20% (residuo)
Il totale arriva al 50%, stabilendo la vera soglia sotto la quale non è possibile andare che ammonta al 50% dello stipendio!
Minimo vitale sulla pensione
In linea di principio, per la pensione valgono le stesse soglie che per lo stipendio:
- 20% pignoramento di natura finanziaria
- dal 10% al 20% pignoramento fiscale
- fino al 50% pignoramento per assegno alimentare
Tuttavia la pensione ha una tutela in più: per questo genere di reddito diventa impignorabile la parte parte pari al doppio dell’assegno sociale.
Il valore dell’assegno sociale nel 2025 è di 538,68 €, quindi la somma impignorabile sulla pensione è: 1.077,36 €
In questo modo, tutte le percentuali di applicazione pignoramento, si applicano sulla somma eccedente questa soglia.
Come abbiamo visto, una pensione da 1.200 €, può subire un pignoramento finanziario del 20%, solo sulla parte eccedente, portando la trattenuta ad un massimo di 24,53 €
Al contrario, una pensione sotto questa cifra, non può subire pignoramenti.
Quindi, sul pignoramento il minimo vitale non è uno solo, è un insieme di regole diverse, applicate in base al tipo di reddito e al tipo di creditore.
Capire questo è fondamentale, perché non basta sapere quanto puoi perdere, devi capire anche quanto ti resterà… e se sarà abbastanza per vivere!
Quali sono le alternative al pignoramento della pensione e dello stipendio?
Se pensi che basti resistere, aspettare, stringere i denti… stai solo peggiorando la situazione.
Il minimo vitale non è una difesa, è una lenta agonia!
Ogni mese ti portano via una parte e tu ti abitui a vivere con meno, a tagliare tutto il tagliabile e rimandare affitti, bollette, visite mediche.
Nel frattempo, gli interessi aumentano e gli altri creditori bussano alla porta.
Aspettare non è una strategia, perché anche se il giudice ti lascia il minimo per vivere, la vita vera costa di più!
Se hai famiglia, figli o persone a carico, quel “minimo” diventa ridicolo.
Non esistono scorciatoie.
- Accordi con il creditore? Inutili.
- Refinanziamenti? Peggio.
- Cambiare banca, spostare il conto, intestare ad altri? Non risolve il problema.
I risultati sono sempre gli stessi: nulla cambia!
Troppo spesso, i problemi di pignoramenti di stipendio o pensione, sono un sintomo del sovraindebitamento!
Significa che i debiti sono talmente elevati ed eccessivi, che diventa impossibile poterli pagare tutti e nessun piano di rientro potrà mai coprirli!
Ecco perché bisogna affrontare il problema alla sua radice!
Non bisogna risolvere il singolo pignoramento per tutelare il minimo vitale, ma bisogna risolvere il problema debitorio!
Le procedure sul sovraindebitamento, introdotte dalla legge 3 del 2012 e contenute nel codice della crisi, sono l’unica vera soluzione al problema dei troppi debiti e risolvono tutti i pignoramenti alla loro base.
Le procedure contro il sovraindebitamento ti danno un piano che ti permette di pagare quello che puoi, senza fare duri sacrifici e senza privare la tua famiglia del necessario, per un periodo di tempo di tre anni!
Infatti la legge prevede che la persona e la sua famiglia, mantengano una vita decorosa mentre sostengono il piano dei pagamenti.
Alla fine dei tre anni i debiti residui possono essere completamente cancellati, attraverso l’esdebitazione!
In Legge3.it abbiamo già liberato 339 famiglie da 150.550.000 € di debiti!
[Storia vera] Come abbiamo liberato Vincenzo da 190.000 € di debiti impossibili da pagare
Vincenzo è agente di commercio che si è trovato in una situazione di sovraindebitamento a causa della crisi economica del 2008.
La crisi, che ha colpito tutti i settori, non ha risparmiato il suo, portando a problemi economici che si sono accentuati con la separazione dalla sua compagna.
A causa della separazione, ha dovuto affrontare le spese per gli alimenti ai figli.
Quindi, con un reddito decisamente più basso a causa della crisi e un assegno di mantenimento molto alto, Vincenzo si è trovato in difficoltà!
Per far fronte a queste difficoltà, ha iniziato a ricorrere a finanziamenti, che hanno ulteriormente aggravato la sua situazione con gli interessi da pagare.
Incapace di arrivare a fine mese, Vincenzo si è trovato costretto a saltare pagamenti di tasse come IVA e IRPEF pur di pagare gli alimenti e i finanziamenti.
La situazione è peggiorata quando la sua ex compagna ha fatto ricorso per un aumento degli alimenti, che il giudice ha concesso, incrementando ulteriormente del 60% nonostante il calo del suo fatturato.
Arrivato alla disperazione a causa del crescente indebitamento e delle cartelle esattoriali, Vincenzo non vedeva più una via d'uscita e non riusciva più a dormire.
Fortunatamente, ha trovato una soluzione recandosi casualmente nei nostri uffici di Legge3.it, accompagnando una persona che aveva avuto problemi finanziari.
Lì ha scoperto l'esistenza delle norme sul sovraindebitamento, che gli permette di mettere a disposizione quello che può.
Il giudice ha accettato la proposta che, in base a questa legge, prevedeva il pagamento di 350 € al mese per i prossimi 3 anni.
Grazie a questa procedura, Vincenzo si libererà di oltre il 90% dei suoi debiti, che ammontavano a una cifra considerevole di 190.000€ .
Guarda la testimonianza completa di Vincenzo cliccando qui sotto!
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