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Pignoramento dello stipendio – possono togliertelo per davvero?

Come evitare il pignoramento del tuo stipendio: è possibile?

Il pignoramento dello stipendio si può evitare, questo per dare da subito una risposta chiara e precisa.

Però, è importante anche dire, che esistono sia delle soluzioni possibili sia delle finte soluzioni al pignoramento della busta paga. Molte finte soluzioni aumentano i problemi.

Affinché tutto sia perfettamente chiaro e non si creino equivoci, è importante leggere per intero questo articolo: metterò in guardia da problemi nei quali ci si può imbattere e parleremo delle vere soluzioni definitive al problema del pignoramento dello stipendio.

 

Diciamo subito che non c’è limite al pignoramento dello stipendio, qualunque sia l’importo, uno stipendio è soggetto a trattenute di pignoramento. 

Solo le pensioni sono salvaguardate da un importo minimo di impignorabilità, non gli stipendi.

Quindi, se si percepisce uno stipendio anche di soli 200 euro è importante sapere che anche quell’importo, per quanto minimo, è soggetto a pignoramento.

Sul pignoramento dello stipendio ci sono troppe notizie false in circolazione che mandano in confusione se non si è addetti ai lavori.

Molto spesso consigli e suggerimenti errati si trovano anche su siti di professionisti i quali sono i primi ad improvvisare sul problema solo perché disciplinato dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile.

Il pignoramento dello stipendio non si limita solo a quell’articolo, ma deve anche tenere conto di molti fattori. 

Non è un evento isolato, spesso un pignoramento della busta paga è solo un elemento di un problema ancora più grande.

Quello che va analizzato è quanto grande è il problema.

Non si cura un mal di testa se questo è solo uno dei sintomi di una malattia più importante, si rischierebbe di alleviare il mal di testa facendo degenerare una malattia molto peggiore.

Un bravo medico analizza il mal di testa, analizza gli altri sintomi, individua la malattia e stabilisce una cura che risolva tutto.

Come funziona il pignoramento dello stipendio in busta paga

Legalmente si può interrompere il pignoramento dello stipendio solo facendo opposizione, ma dal 22 giugno del 2022 il creditore è investito di nuove responsabilità che, se non vengono rispettate, rendono inefficaci il pignoramento.

L’obbligo è certamente suo ma è bene sapere che, con la Legge 206/2021, il creditore ha due nuovi doveri da compiere:

  1. Il creditore deve notificare al debitore l’avvenuta iscrizione a ruolo del pignoramento, ovvero quando il creditore deposita l’atto di pignoramento presso la cancelleria.
  2. È cura del creditore notificare al debitore il deposito del fascicolo dell’esecuzione.

Se anche uno solo di questi due passaggi fosse assente, il pignoramento dello stipendio perde la sua efficacia e quindi il creditore non può agire nel soddisfare il proprio credito.

 

Quali sono i passaggi per il pignoramento dello stipendio?

Il pignoramento sulla busta paga non arriva mai a sorpresa, fa sempre parte di qualcosa che si è tralasciato nel passato. 

Spesso si subisce un pignoramento perché ci si è dimenticati non si sono mai ritirate le raccomandate recapitate.

Adesso il tempo a disposizione è davvero scarso.

Vediamo quali sono i passaggi da attenzionare per evitare che un debito si trasformi in pignoramento dello stipendio:

1. Messa in mora.

Una banca o una finanziaria dopo un certo numero di rate di prestito non pagate, dichiara la messa in mora della posizione. Questa condizione aggrava il debito di interessi e spese legali.

2. Decadenza dal beneficio dei termini.

Il passaggio immediatamente successivo prevede la comunicazione ufficiale che la banca fa per dire che ha deciso di chiudere il contratto e vuole indietro l’intero importo in unica soluzione.

3. Decreto ingiuntivo.

Non avendo saldato il debito il creditore si rivolge al giudice il quale ingiunge il debitore a saldare la posizione, appesantita di ulteriori costi, entro 40 giorni.

4. Atto di precetto.

Non avendo saldato al decreto ingiuntivo, adesso il giudice intima a pagare entro 10 giorni.

5. Pignoramento dello stipendio.

Eccolo qui l’ultimo passaggio, quello più sgradevole e temuto, perché dopo di questo non c’è altro. 

Da questo momento il datore di lavoro è tenuto per legge a trattenere la somma del quinto dello stipendio e versarla al creditore.

In qualsiasi momento è possibile interrompere l’iter del pignoramento e per farlo in modo definitivo c’è solo un modo: pagare e soddisfare il creditore! Qualsiasi altra possibilità non è una soluzione!

 

Quanto dura il pignoramento dello stipendio?

Semplice, fintanto che non si è saldato il debito. 

C’è solo un modo per far sì che il pignoramento dello stipendio sia bloccato, andando in pensione. 

Andando in pensione il pignoramento dello stipendio passa prima al TFR e dopo alla pensione.

 

Il pignoramento dello stipendio salva la casa?

Si tende a pensare che la prima casa sia un bene intoccabile, ma purtroppo non è così.

Un creditore non soddisfatto ha il diritto di rientrare in possesso dei suoi soldi facendo ricorso a tutto quello che la legge gli mette a disposizione. 

Come sappiamo i pignoramenti sono uno strumento importante per il creditore e lui può scegliere di aggredire qualsiasi bene del debitore, non ha limiti né vincoli.

In genere notiamo che i creditori aggrediscono lo stipendio e non toccano gli altri beni, questa non è una regola ma una scelta del creditore stesso.

Quindi, il pignoramento della busta paga non mette al riparo la casa. Il creditore potrebbe decidere di aggredire anche quella se ritenesse giusto farlo.

Quanto stipendio può essere pignorato?

Un quinto?

Sì, ma questa è una risposta molto riduttiva quindi, quando l’avvocato dice “Stia tranquillo, al massimo le pignorano un quinto dello stipendio”, attenzione perché è una risposta che può nascondere altri problemi dietro.

Facciamo chiarezza.

Il pignoramento dello stipendio è un pignoramento presso terzi, significa che viene fatto attraverso qualcuno che “maneggia” i soldi del debitore.

Il pignoramento dello stipendio può avvenire in due modi diversi:

  1. Direttamente attraverso il datore di lavoro;
  2. Sul tuo conto corrente bancario.

Questa prima distinzione non è solo formale, ma sostanziale, infatti in base a come sarà effettuato il pignoramento dello stipendio, i limiti di prelievo cambiano.

Se il pignoramento viene fatto direttamente in busta paga, allora sarà di un quinto come ha detto l’avvocato; ma se il pignoramento dello stipendio viene fatto su conto corrente allora il limite cambia. 

In questo caso il creditore può pignorare tutta la somma presente in conto, eccedente il triplo dell’assegno sociale.

Facciamo un esempio.

Mettiamo il caso di uno stipendio di 2.000 € al mese.

Subire il pignoramento in busta paga porterà la trattenuta a 400 €, con un netto in busta di 1.600 € 

Se invece il creditore effettua il pignoramento dello stipendio in conto corrente, allora potrà pignorare la parte eccedente il triplo del valore dell’assegno sociale. 

L’assegno sociale nel 2023 è di 503,27 €; questo valore moltiplicato tre volte dà un risultato di 1.509,81 €; a questo punto significa che 1.509,81 € è la somma non pignorabile, la parte eccedente invece viene pignorata. 

Se il conto era a zero si subirà un pignoramento di 490,19 €; ma andrà ancora peggio se sul conto sono presenti altre somme depositate, in questo caso si perderanno anche quelle e sul conto resteranno 1.509,81 €

Tornando all’affermazione dell’avvocato che lo stipendio può solo subire un quinto di pignoramento, bisogna correggere altri aspetti.

 

Quanto stipendio può pignorare lo Stato?

Andiamo a vedere come si comporta Equitalia (Agenzie delle Entrate Riscossioni) e le altre agenzie di riscossione con il pignoramento dello stipendio.

Naturalmente anche lo Stato può essere un creditore non soddisfatto e questo fa sì che anche lui possa arrivare a prendersi una fetta dello stipendio.

Per fortuna però, la percentuale di pignoramento dello stipendio di Equitalia è diversa.

Il pignoramento dello stipendio da parte di Agenzia delle Entrate Riscossioni deve tenere conto di alcune fasce limite, infatti Equitalia non può pignorare sempre un quinto, ma deve tenere conto del reddito che la persona produce.

Ed ecco che nascono 3 scaglioni di applicazione:

  1. Stipendi fino a 2.500,00 €, trattenuta di 1/10;
  2. Stipendi da 2.500,01 € fino a 5.000,00 €, trattenuta di 1/7;
  3. Stipendi oltre i 5.000,01 €, trattenuta di 1/5.

 

Quanti pignoramenti dello stipendio si possono subire?

Per completare brevemente le informazioni su quanto può essere pignorato in busta paga, vediamo la notizia più dura da digerire: si può subire il pignoramento dello stipendio fino al 50% della paga!

So che sembra sconvolgente e anche un po’ difficile da credere, vediamo subito come può succedere.

Uno stipendio può subire fino a tre tipi di pignoramenti contemporaneamente, diversi tra loro:

  1. Pignoramento da parte di Equitalia [ il 10% ];
  2. Pignoramento per assegno alimentare [ il 20% ];
  3. Pignoramento di altra natura [ il 20% ].

Di quest’ultima categoria fanno parte i pignoramenti che fanno le banche e le finanziarie.

Quindi, nell’esempio di prima, percependo 2.000 € di stipendio, si può subire fino a 1.000 € di pignoramenti:

  • € 200 Equitalia per 1/10;
  • € 400 Assegno alimentare per 1/5;
  • € 400 Recupero crediti per 1/5.

Se a questo aggiungiamo anche la presenza di una cessione del quinto (la cessione non blocca i pignoramenti), diventa chiaro cosa resta dello stipendio.

I consigli sul pignoramento dello stipendio

La prima cosa da capire è se il pignoramento che si sta affrontando è un problema isolato oppure fa parte di altri problemi economici esistenti.

Per dirla più semplice, se si ha solo questo pignoramento e per il resto non ci sono altri problemi di debiti, allora il problema è semplice, tra poco vedremo come fare.

Ma se esistono altre rate e altri debiti che rischiano di saltare e per i quali si ha difficoltà nel pagare, allora affrontare il solo pignoramento può diventare un problema più grande!

 

Nel primo caso ci sono due possibilità:

  1. Tentare un saldo a stralcio proponendo al creditore una somma che lo soddisfi, se accettata chiudere la partita.
  2. Saldare il debito al creditore prima che questo agisca sulla busta paga. 

Quindi, se non si è in sovraindebitamento ma si ha solo un pignoramento di importo gestibile, queste sono le soluzioni.

Se non si riesce, ciò che rimane è subire il pignoramento dello stipendio fino al saldo del debito.

 

Ma in tutto questo bisogna stare alla larga da consigli inutili e alle volte anche pericolosi. 

E’ facile trovare consigli in rete, ma prima di pensare di applicarli, è importante capire che si rischiano guai molto seri.

 

Fare opposizione

La più classica delle possibili soluzioni è quella di fare opposizione. 

Rientra certamente nei diritti del debitore voler fare opposizione, non è certo un problema farla, il problema consiste nel fatto che spesso opporsi non serve a nulla se non a fare contento l’avvocato di turno che può staccare una parcella.

Ripeto, fare opposizione è un diritto, ma se non si ha certezza di un risultato positivo definitivo, non serve, il creditore attaccherà nuovamente e i soldi della parcella dell’avvocato saranno perduti.

 

Fare una cessione del quinto

Un’affermazione che sento spesso è: Faccio una cessione del quinto così non possono farmi il pignoramento”

Non è così!

La presenza di una cessione del quinto non blocca minimamente il procedimento di pignoramento dello stipendio. Non è vero che questo si mette in coda.

Anche la presenza delle delega (la cosiddetta doppia cessione), non blocca il pignoramento dello stipendio di un dipendente pubblico.

Quindi, pensare di fare una cessione del quinto per proteggere lo stipendio è un grosso errore!

La regola di una sola trattenuta per tipo di debito vale solo per i pignoramenti.

In presenza di una cessione del quinto, può tranquillamente entrare il pignoramento dello stipendio da parte di una finanziaria di un altro quinto. Anche se la natura è la stessa.

 

Farsi pignorare da un amico

Un altro consiglio molto pericoloso che si sente è quello di farsi pignorare da un amico.

Si tratta di un’operazione molto rischiosa e pericolosa:

  • Se la natura dei crediti dei pignoramenti è differente, questi possono accavallarsi e il debitore si troverebbe con due pignoramenti del quinto dello stipendio.
  • L’amico deve essere persona di estrema fiducia, in caso contrario il rischio è che lui si tenga le somme pignorate, visti i tempi è difficile trovare una persona così fidata.

Se poi l’amico fidato si ritrova improvvisamente in difficoltà economiche (di questi tempi non è così difficile) per cui gli servono soldi, il rischio concreto è che lui trattenga le somme per se.

 

Farsi licenziare

Farsi licenziare o licenziarsi per non farsi pignorare lo stipendio è come prendere il muro a testate per farsi passare il mal di testa.

Alcuni pensano a questa soluzione geniale come ad una sorta di ripicca nei confronti del creditore: Mi faccio licenziare così non pago il pignoramento.

Molto spesso questo consiglio è dato da professionisti che lo condiscono con una soluzione che di fatto è un reato: Fatti licenziare, lavori in nero e percepisci pure la Naspi!

 

Bisogna stare alla larga da chi dà consigli come questo, i rischi sono di guai ben più gravi del pignoramento in busta paga.

Farsi licenziare per lavorare in nero e percepire gli aiuti sociali (Naspi) ecco cosa si commette:

  • Lavoro nero – il lavoratore e il datore di lavoro rischiano di prendere delle multe;
  • Evasione fiscale – evasione dell’IRPEF;
  • Truffa ai danni dell’INPS – mancato versamento contributivo e percezione della Naspi senza averne diritto.

Si rischiano tanti di quei guai che il pignoramento dello stipendio in confronto sembrerà una benedizione.

Come fare (in concreto) per non farsi pignorare lo stipendio?

Probabilmente ho stravolto quello che tentano di far credere in merito al pignoramento dello stipendio, purtroppo in circolazione ci sono troppi improvvisati che raccontano false notizie. 

Seguire queste cattive informazioni rischia di far peggiorare qualsiasi situazione debitoria.

 

Come abbiamo visto fin dall’inizio, se si subisce un solo pignoramento dello stipendio di importo gestibile, allora il mio suggerimento è quello di tentare di chiuderlo in modo da contenere i danni.

Ma se il pignoramento in busta paga è solo uno dei tanti debiti e si è in sovraindebitamento, allora non conviene tentare di risolverlo: si perderebbe tempo prezioso e denaro senza risolvere il vero problema!

Infatti, anche riuscendo a chiudere quel pignoramento, in sovraindebitamento ci sono comunque rate mensili di prestiti impossibili da pagare.

Come abbiamo detto all’inizio, una malattia non si cura curando i sintomi, significa nascondere i segnali della malattia e ritrovarsi in fin di vita in poco tempo.

Una malattia si cura osservando i sintomi e risalendo alla natura del male per poterlo attaccare e sconfiggere!

 

Nel caso di sovraindebitamento con pignoramento dello stipendio in corso o che sta per arrivare, la vera soluzione definitiva è la legge contro il sovraindebitamento.

La legge contro il sovraindebitamento è una legge di civiltà che ti permette di chiudere tutti i tuoi debiti pagando quello che puoi pagare.

Vivere oggi con uno stipendio che ogni mese deve subire la mannaia del pignoramento, dover pagare le rate del mutuo a carico e dei prestiti, non lascia niente per il benessere della famiglia e dei figli.

Significa dover dire continuamente ai tuoi figli NO per ogni cosa. 

Non solo le cose superflue, ma tutte quelle cose che per i ragazzi oggi sono fondamentali.

Ma anche dover condizionare i loro percorsi di studi perché non potrai permetterti di farli studiare in quella scuola di livello o mandarli in quella specifica università.

Come farai con tutti quei debiti?

La legge contro il sovraindebitamento ti permette di cancellare tutto e poter ricostruire il futuro della tua famiglia.

Il funzionamento è semplice, attivata fa in modo che il tuo patrimonio vada a coprire tutti quanti i tuoi debiti.

Per chiarire meglio questo punto posso dire che, avendo un patrimonio di valore economico inferiore rispetto ai tuoi debiti, se vendessi i tuoi beni non riusciresti a chiudere i debiti. 

Invece, con la legge contro il sovraindebitamento, qualunque sia il valore del patrimonio, va a compensare il valore totale dei debiti.

Se per esempio hai debiti per 200.000 € e un patrimonio di 40.000 €, con la legge contro il sovraindebitamento puoi azzerare il debito con una procedura di liquidazione che ha una durata di 3 anni.

[Storia vera]: Come abbiamo liberato Luca dai troppi debiti che non poteva pagare e bloccato per sempre il pignoramento sullo stipendio

Non sempre le cose vanno come si spera e come si pianificano, sono anni difficili e vedere aziende sane e operative andare a gambe all’aria per colpa di altri non è difficile.

Quella di Luca era un’azienda di autotrasporti che funzionava bene, non aveva certo problemi né difficoltà particolari, ma la crisi del 2008 ha messo in ginocchio l’azienda.

La banca considera l’azienda di Luca attività a rischio e, senza particolari segnali, chiude i rubinetti e pretende i rientri sulle esposizioni.

Questo ha impedito di poter continuare l’attività e Luca si ritrova addossato un debito enorme per le sue capacità. 

Paga quel che può ma il resto dei debiti rimane.

Costretto a lasciare l’attività imprenditoriale, Luca trova lavoro ma con tutti quei debiti i creditori lo assalgono e gli pignorano lo stipendio.

Per fortuna Luca non è una persona che si arrende facilmente e, facendo delle ricerche su internet, trova i miei video su YouTube.

Dopo un poco di esitazione ci contatta e…

… te lo faccio raccontare da lui.

 

Guarda il video di Luca e ascolta le sue parole su come ha affrontato e risolto il suo problema con un debito di 120.000 €

Luca conferma che non è certo una passeggiata quello di fare la legge contro il sovraindebitamento, ma avendo chiaro l’obiettivo non ha mai mollato e ce l’ha fatta.

Adesso non ha più quell’enorme importo di debiti e il pignoramento importante che taglieggiava il suo stipendio adesso non esiste più.

Con sentenza di omologa il giudice ha decretato … l’apertura della procedura di Luca il quale adesso può tornare a vivere una vita serena.

Testimonianze Clienti

Luca nella sua testimonianza video ha detto di noi che siamo dei veri professionisti. 

La sua affermazione è venuta fuori spontaneamente solo dopo aver riscontrato che quello che diciamo non sono chiacchiere senza dati e senza riscontro, ma si tratta di fatti!

Luca ha detto che vedendo le sentenze si è reso conto della serietà e della professionalità di Legge3.it. Ha usato il modo di dire “carta canta” per esprimere la concretezza di quello che sosteniamo ormai da più di 6 anni.

Ecco perché, tra tutti i materiali che puoi visionare, abbiamo fatto la raccolta di alcune storie di successo, con relative sentenze del giudice e le lettere di ringraziamento, in un libro che si chiama Fatti e Non Parole.

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All’inizio di questo articolo ho promesso che avrei spiegato come evitare il pignoramento dello stipendio e anche che avremmo visto che non tutte le soluzioni sono valide e che molte possono pure mettere in guai seri.

Se hai letto fin qui sai anche che esiste solo una soluzione che puoi applicare se vuoi risolvere davvero i tuoi problemi, le altre sono solo fumo negli occhi.

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Gianmario Bertollo

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