Prescrizione dei debiti: tempistiche e falsi miti da sfatare
La prescrizione dei debiti è un argomento che necessita di grande attenzione e chiarezza, questo perché la scadenza dei debiti crea molti interessi e su questo argomento c’è molta confusione.
Sui debiti prescritti esistono leggende metropolitane di ogni tipo. Ci sono tanti di quei falsi miti che, cercare di starci dietro, si perde la bussola.
A fare ricerche in rete la confusione sui tempi e sulle modalità regna sovrana ed ecco perché questo articolo si propone di fare finalmente chiarezza sull’argomento.
Nei paragrafi successivi affronteremo insieme quando decade un debito e come ci si arriva.
Vedremo quali sono gli effetti del falso mito dei debiti prescritti e quali rischi reali bisogna affrontare quando so pensa che un debito sia estinto.
Cosa si intende per prescrizione del debito?
Il concetto di prescrizione debiti inganna molto perché si pensa alla prescrizione solo come alla cancellazione di un debito.
Ma se andiamo a guardare esattamente cosa significa, ci rendiamo conto che la prescrizione di un debito avviene quando questo si ritiene completamente estinto, significa che il creditore non può più vantare il diritto ad incassare quel credito.
In questo caso il debitore non ha più alcun obbligo nei confronti del creditore.
So che da un punto di vista pratico sembra la stessa cosa (il debito non esiste più) ma comprendere bene la differenza aiuta a risolvere molti inganni che girano sull’argomento e che possono creare gravi problemi.
Proviamo ad affrontarlo in modo semplice: la prescrizione di un debito rappresenta la prescrizione di un diritto. In questo caso il diritto ad esigere una somma.
Compreso questo diventa chiaro anche che un debito si prescrive anche quando si paga.
Il diritto di prescrizione per mancato pagamento, non vuole essere un vantaggio furbo concesso al debitore ma, secondo la legge, è un atto necessario per porre un termine a data certa su determinati rapporti giuridici.
Questo perché, se il creditore non ha vantato il suo credito dopo un tempo ragionevole, significa che non ha interesse a quella somma. In questo caso il debitore ha il diritto alla prescrizione del debito.
Questa regola colpisce tutti i crediti allo stesso modo?
Quali sono i debiti che cadono in prescrizione?
Come abbiamo visto, la prescrizione di un debito non pagato esiste perché il creditore che ha fatto trascorrere molto tempo per incassare, di fatto dimostra il suo disinteresse a voler esigere quel credito.
In questo modo un debitore, trascorso un certo periodo di tempo, ha il diritto a disinteressarsi al suo debito e non per questo deve continuare a vivere nella paura per debiti vecchi e dimenticati.
Per capire quali debiti vanno in prescrizione, bisogna capire anche quali sono i tipi di prescrizione previsti:
- Prescrizione ordinaria,
- Prescrizione breve,
- Prescrizione presuntiva.
Le prime due fanno riferimento al tempo la terza alla sua natura.
Vediamo di chiarire il concetto.
La prescrizione ordinaria fa riferimento ai termini di scadenza del debito, secondo la legge un debito si prescrive in 10 anni.
Anche la prescrizione breve fa riferimento al tempo di durata di un debito, in questo caso il tempo è inferiore e le scadenze possono essere diverse. Possono variare dai 5 anni ai 6 mesi, tutto dipende dal tipo di debito.
La prescrizione presuntiva non fa riferimento ad un termine di scadenza preciso, ma al principio secondo il quale un debito si presume estinto fino a prova contraria.
In questo caso l’onere della prova spetta al creditore. È lui che deve dimostrare che non è stato pagato e che non ha incassato il suo credito.
Pensiamo ad un debito commerciale. Acquistando un vestito, un paio di scarpe o altro, si presume che il debito sia stato saldato al momento dell’acquisto; se invece il negoziante decide di fare credito, sarà onere suo dimostrare che non è stato pagato in caso di controversia.
In genere le prescrizioni presuntive si riferiscono ad alcuni di quei debiti che si prescrivono in tempi brevi. Ma questo ci riporta ai termini di prescrizione a tempo.
Quali debiti vanno in prescrizione dopo 5 anni?
Un credito si estingue quando il creditore non esercita il suo diritto ad incassare nel tempo previsto per legge. In questo caso il debito si prescrive.
Infatti il creditore ha un determinato periodo di tempo per incassare, trascorso il quale senza che il creditore abbia agito, il diritto all’incasso si estingue.
Come abbiamo visto, questo tempo cambia in base al tipo di credito, ma il conteggio del tempo ha delle regole ben precise.
Nel calcolo dei tempi di prescrizione bisogna tenere conto dei seguenti punti:
- Dal giorno successivo all’ultima richiesta.
Questo passaggio è importantissimo, ipotizziamo un debito per un prestito che contratto diverso tempo fa, per capire se questo è prescritto, bisogna conteggiare i giorni dall’ultima richiesta ufficiale da parte del creditore.
Se si tratta di un prestito questo si prescrive in 10 anni, quindi i 10 anni si contano dal giorno successivo all’ultimo contatto.
- Si contano anche sabati, domeniche e festivi.
I 10 anni del nostro esempio sono anni di calendario, quindi di anni fatti da 365 giorni (366 i bisestili) e non solo dei giorni lavorativi come quando si calcolano i giorni banca.
Il conteggio dei giorni banca non ha nulla a che vedere con il conteggio dei termini di prescrizione.
- Se l’ultimo giorno cade di domenica o festivo si tiene conto del primo giorno feriale successivo.
Se nel conteggio complessivo del tempo i festivi e le domeniche fanno parte del risultato finale, lo stesso non vale per l’ultimo giorno del conteggio.
Rimaniamo nell’esempio del prestito con prescrizione a 10 anni.
Se i 10 anni si concludono il 31 dicembre ed è domenica, allora la data di scadenza slitta al giorno successivo. Ma essendo l’1 gennaio giornata festiva, l’ultimo vero giorno di scadenza sarà il 2 gennaio.
Conoscendo quali sono le modalità di conteggio dei tempi di prescrizione, vediamo adesso quali sono quei debiti che si prescrivono in 5 anni:
- Affitti e locazioni;
- Bollette dei rifiuti;
- Interessi sulle rate dei mutui;
- Dichiarazione dei redditi;
- Dichiarazione IVA;
- Spese condominiali;
- Multe;
- Indennità spettanti per cessazioni di lavoro.
Questi sono alcuni esempi di quei debiti che si prescrivono in 5 anni, ma bisogna tenere conto che la prescrizione ordinaria dei debiti è prevista in 10 anni.
Vediamo quali sono i debiti che cadono nella tempistica dei 10 anni:
- Somme dovute per capitale sui mutui;
- Prestiti personali;
- Cessioni del quinto;
- Somme dovute per capitale utilizzato con carta di credito;
- Compensi ad artigiani.
Esistono altre tempistiche di prescrizione dei debiti oltre i 5 anni e i 10 anni.
Per legge altre scadenze brevi, oltre quelle di 5 anni, sono quelle di 3 anni, 2 anni, 1 anno e 6 mesi.
In 3 anni si prescrivono:
- Tasse automobilistiche (bolli);
- Compensi professionali (parcelle professionisti);
- Cambiali.
In 2 anni si prescrivono:
- Bollette della luce;
- Bollette dell’acqua;
- Bollette del gas;
- Bollette del telefono;
- Risarcimenti danni per incidenti stradali.
In un anno si prescrivono:
- Rette scolastiche;
- Abbonamenti piscine, palestre e centri sportivi;
- Rate premi assicurativi responsabilità civile – furto – incendio;
- Compenso dell’ufficiale giudiziario;
- Attività di commercio;
- Mediazione immobiliare;
- Farmaci.
In 6 mesi si prescrivono:
- Diritto albergatori per vitto e alloggio.
Il falso mito sulla prescrizione dei debiti
Ci sono diverse leggende metropolitane che vengono raccontate sulla prescrizione dei debiti, è importante non cadere in questi tranelli perché potrebbero riservare delle bruttissime sorprese.
Forse il mito più noto e su cui cascano in molti è quello legato al tempo vero e proprio.
Mi capita spesso di sentire che, poiché il creditore non si è fatto vivo da molto tempo, allora il debito è prescritto. Ma molto tempo quanto?
“Dottor Bertollo, la finanziaria non la pago da più di 5 anni, sicuramente questo debito non esiste più.”
Affermazioni come questa le sento spesso e, indagando, mi rendo conto che arrivano da cattivi consigli e pessimi pareri legali.
Di fatto un debito di questa natura sappiamo che si prescrive in 10 anni, quindi anche se 5 o 6 anni sono tantissimo tempo, ai fini di legge il creditore è perfettamente in regola pretendendo i suoi soldi.
Ma ancora più ingannevole è quando mi dicono: “Dottor Bertollo mi scusi, questa finanziaria pretende che la paghi ma è vecchia di almeno 12 anni, cosa vogliono da me? Ormai il debito è chiuso.”
In linea di principio si potrebbe avere ragione; 12 anni vanno ben oltre i 10 previsti dalla legge, ma quello che quasi sempre capita è che una banca o una finanziaria (ma anche Equitalia), non fanno trascorrere i tempi di prescrizione senza essersi fatti vivi.
Significa che tutte le volte che il creditore richiede ufficialmente di essere pagato, i termini di prescrizione si interrompono e ricomincia il conteggio.
Per un debito con una finanziaria che non è stato pagato da 12 anni, è certo che in questi 12 anni la finanziaria avrà scritto qualche volta per reclamare il suo credito.
Ebbene, ogni volta che ha scritto il conteggio dei termini di prescrizione riparte da capo.
Ma fai attenzione, le comunicazioni devono avere delle caratteristiche specifiche:
- La comunicazione deve avvenire per iscritto;
- Deve essere una Raccomandata A.R. o una PEC;
- Deve contenere l’importo dovuto;
- Deve contenere il motivo del pagamento;
- Deve riportare l’anno in cui era previsto il saldo dell’importo.
In assenza anche di una sola di queste caratteristiche la comunicazione è nulla e non interrompe i tempi di prescrizione.
Quindi, per non incorrere in errori di calcolo, suggerisco sempre di ritirare e conservare tutte le comunicazioni che il creditore invia. Eviterà bruttissime sorprese!
Questo perché è il debitore che deve far valere in giudizio la prescrizione del debito (tranne che per la prescrizione presuntiva).
Non è rilevabile d’ufficio la scadenza ultima, ma solo attraverso la documentazione e il giudice interviene su richiesta del debitore.
Quest’ultimo aspetto è importante perché se il debito fosse veramente prescrivibile sta al debitore richiedere al giudice la cancellazione.
Un altro falso mito sulla prescrizione è sempre basato sui tempi ma, in questo caso, sul calcolo errato di partenza: “Dottor Bertollo, la società di recupero crediti pretende da me un debito prescritto ormai da tempo, che faccio?”
Con questa domanda un signore in appuntamento mi spiegò il suo problema.
Nel 2010 aveva subito il pignoramento del quinto dello stipendio per una somma molto importante.
Per anni si è visto sottratta la somma sullo stipendio, fino al 2015, anno in cui ha perso il lavoro.
Dopo anni di precariato fatti di sopravvivenza lavorativa, qualche mese fa, ad inizio 2023, viene finalmente assunto da un'altra azienda a tempo indeterminato.
Dopo qualche mese, riceve la comunicazione che presto subirà il pignoramento del quinto dello stipendio sempre per quel debito rimasto in sospeso.
Lui credeva che fosse ingiusto tutto questo, visto che dal 2009 (anno di inizio pignoramento) al 2023 (nuova comunicazione di debiti) sono trascorsi più di 12 anni.
Gli ho fatto notare che non erano trascorsi 12 anni ma molti meno.
Di fatto l’ultimo contatto ufficiale risale al 2015 e non al 2010, ovvero l’anno in cui ha perso il lavoro e per cui ha subito l’ultima trattenuta su busta paga.
Senza contare che nel corso di quegli anni il creditore può anche avergli mandato comunicazioni scritte su cui richiedeva i suoi soldi.
Le leggende metropolitane sui tempi di prescrizioni dei debiti, hanno le gambe molto corte. Per quanto siano previsti dei tempi specifici, bisogna sempre tenere a mente che un creditore non si lascerà mai sfuggire i suoi soldi.
Quindi, tutte le volte che potrà interrompere i tempi di prescrizione lo farà e con quelle comunicazioni svaniranno tutte le speranze di cancellazione dei debiti.
Un ultimo falso mito, anche se poco conosciuto, è legato alle eventuali clausole inserite in contratto che variano i termini di prescrizione.
Ebbene, qualsiasi clausola contrattuale che varia i termini di prescrizione del debito che nasce con quel contratto, è nullo.
Quindi, se nel contratto di un fornitore di luce o gas fosse scritto che il debito derivante dal mancato pagamento delle bollette si prescrive in 5 anni o 10 anni, quella clausola è assolutamente nulla proprio perché contro legge.
Prescrizione debiti: come far decadere i debiti con la legge contro il sovraindebitamento
Avendo fatto chiarezza sul funzionamento della prescrizione dei debiti, diventa chiaro che per estinguere un debito ci sono solo due possibilità:
- Pagare il debito;
- Attendere che vada in prescrizione.
Beh, di fatto il discorso ha altri scenari che adesso vediamo.
Ribadisco il concetto che i debiti si pagano, quindi, qualsiasi altra azione che vuole rappresentare una furbizia, è solo un tentativo poco lecito nei confronti dei creditori.
Il tentativo di far sì che un credito si prescriva per scadenza dei termini, non è un’azione molto saggia, perché già i tempi sono molto lunghi, se a questo aggiungiamo che i creditori agiranno per mantenere il loro diritto con continue comunicazioni, c’è il rischio quasi certo di ritrovarsi con un debito aumentato in modo spropositato da costi legali, interessi e spese varie.
Quindi mai confidare nella prescrizione come soluzione ai problemi di debiti.
Ma quale sarebbe il destino di una persona in caso di sovraindebitamento? Quello di rimanere con un debito che non può pagare e che aumenterà nel tempo senza estinguersi mai?
Il ragionamento è molto semplice.
In caso di posizioni debitorie che si possono sostenere, es. un mutuo oppure una finanziaria, allora il problema non si pone.
Il dovere del debitore è quello di mantenere l’impegno con chi ha prestato il denaro per le sue esigenze e pagare regolarmente le rate.
Tentare di non pagare per sperare che un giorno il debito cada in prescrizione è poco furbo, il creditore agirà contro il debitore prima che il debito possa estinguersi per prescrizione.
Cosa assai diversa è se si è in stato di sovraindebitamento.
Ovvero quella posizione in cui i debiti sono diventati ingestibili e le rate sono di importi che non permettono di vivere e garantire da mangiare alla propria famiglia.
Come fare in questi casi se non si può pagare?
In soccorso arriva la legge contro il sovraindebitamento, si tratta della legge che permette di far fronte ai propri debiti secondo quello che si può.
Avere un debito superiore a quello che si può sostenere, non significa doversi ritrovare strozzato dalle rate senza poter permettere una vita dignitosa alla propria famiglia e privando il cibo ai propri figli.
La legge contro il sovraindebitamento aiuta in questo, permettendo di pagare quello che si può, chiudendo i debiti che non si possono pagare.
Molto meglio dell’attesa della prescrizione.
Intendiamoci, non è una legge per furbi, al contrario è una legge di civiltà che permette di pagare quello che si può e permettendo di poter ripartire liberi dai debiti.
Questa legge non è un condono, la legge contro il sovraindebitamento cancella solo quello che non si può pagare.
Noi di Legge3.it la conosciamo benissimo e sappiamo che una persona in stato di sovraindebitamento non ha altre soluzioni, non potendo più pagare i debiti.
Questa è l’unica soluzione che noi applichiamo tutti i giorni con i nostri clienti.
Ad oggi abbiamo aiutato ben 163 famiglie dal sovraindebitamento liberandole da 81.623.000 € di debiti che mai avrebbero potuto né pagare né sperare che andassero in prescrizione?
[Storia Vera]: Come abbiamo ridotto di 113.627,56 euro il debito di Marco con una riduzione dell’80% sul debito totale
Marco è un professionista che si è trovato in stato di sovraindebitamento per cause di forza maggiore.
Nel 2015 la moglie viene colpita da una grave malattia, con la quale sta ancora lottando, che lo ha portato a dover sostenere grosse spese economiche.
A rendere tutto più difficile la distanza considerevole che Marco deve sostenere tutti i giorni per recarsi al lavoro che, tra le altre cose, lo porta a dover sostituire l’auto con molta frequenza.
Pur andando avanti ottimisticamente e sperando che le cose possano migliorare, Marco si ritrova nel 2019 che non riesce più a sostenere le uscite.
Ma quando crede di essere ormai alla fine…
Guarda adesso il video e ascolta le parole di Marco
Marco adesso dorme sonni tranquilli, lo dice lui stesso, ma per arrivare a tanto ha sofferto insieme alla moglie momenti duri e insostenibili.
Quando ha capito che esisteva una strada, che esisteva una legge, che gli permetteva di affrontare il suo problema senza dover scappare, allora non ha più avuto motivo di esitare e si è rivolto a noi di Legge3.it
Testimonianze Clienti
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