Come estinguere un debito è la domanda che ti tormenta ogni giorno.
Una domanda che arriva puntuale, ogni volta che squilla il telefono o che apri la cassetta della posta, perché sai bene che dietro a quelle chiamate e a quelle buste c’è un solo messaggio: “Il debito va pagato”.
- Cosa succede quando pagare non è più possibile?
- Quando ogni tentativo sembra solo una toppa su una falla che si allarga?
La verità è che esistono più modi per estinguere un debito, ma non tutti sono adatti alla tua situazione.
Molti provano a uscire dal problema affidandosi alla prima soluzione che trovano online o al consiglio di chi “ci è passato”, senza capire che ogni caso è a sé.
Un errore in questa fase può costarti caro.
In questa guida vedremo tutte le principali opzioni per estinguere i debiti, da quelle più comuni a quelle che sembrano soluzioni alternative ma che, per chi si trova in vera crisi, diventano solo trappole più grandi del problema.
Ti aiuterò a capire cosa può davvero funzionare nel tuo caso e cosa invece rischia solo di peggiorare la tua situazione.
Perché l’estinzione di un debito non è una corsa a chi trova prima i soldi, ma una strategia e se sei già con l’acqua alla gola, improvvisare è il modo più veloce per affondare.
Vedremo i meccanismi del pagamento diretto, la possibilità di cedere un bene, l’uso della compensazione o strumenti come la remissione e la prescrizione.
Soprattutto, capiremo cosa succede quando non riesci a estinguere il debito e perché, in questi casi, continuare a fare finta di niente è il peggiore degli errori.
Ogni giorno che passa non è tempo che guadagni, ma un passo in più verso il punto di non ritorno.
Cosa succede se non si estingue un debito?
Succede che il tempo inizia a lavorare contro di te, non lo vedi, non fa rumore, ma mentre ti illudi che tutto sia fermo, il debito cresce.
Gli interessi maturano, le spese aumentano e il creditore si muove.
Quando non estingui un debito, entri in un circolo vizioso che si stringe ogni giorno di più.
All’inizio si tratta solo di qualche sollecito, poi arriva l’intimazione formale e dopo il pignoramento.
Non importa quanto tu debba: se il creditore ha un titolo esecutivo valido, può procedere con forza.
Quello che può accadere è concreto e spietato:
- Ti bloccano il conto corrente.
- Ti pignorano lo stipendio o la pensione.
- Ti mettono un’ipoteca sulla casa o, nei casi più gravi, procedono direttamente con l’esecuzione.
- Ti escludono dai finanziamenti, dalle carte di credito, dalla possibilità di firmare un contratto per il telefono o l’elettricità.
- Ti iscrivono alla lista dei cattivi pagatori nella centrale rischi e da lì, tornare indietro è una salita continua.
C’è anche qualcosa di peggio dei numeri: è la sensazione di non avere più il controllo.
È svegliarsi con l’ansia, rispondere al telefono col nodo in gola, raccontare mezze verità a chi vive con te perché “non ti capirebbe”.
È proprio qui che molti sbagliano.Pensano che ignorare il problema sia un modo per guadagnare tempo, ma è un tempo falso.
Ogni giorno che passa non è un giorno guadagnato, è un debito che diventa più grande.
Ecco perché non puoi più rimandare.
Come si estingue un debito?
La risposta sembra semplice: si paga.
Purtroppo però, nella realtà non funziona sempre così, perché ogni situazione è diversa e ogni modalità ha effetti differenti.
Estinguere un debito non vuol dire solo “tirare fuori i soldi”, a volte significa rinegoziare, altre volte trovare un accordo, in certi casi ricorrere agli strumenti previsti dalla legge.
Prima di scegliere, però, è fondamentale capire le differenze, ogni metodo ha i suoi limiti, i suoi tempi e, soprattutto, il suo prezzo.
Ecco perché è importante conoscere tutte le possibilità.
Nei prossimi paragrafi vedremo le forme più comuni di estinzione del debito, quelle che spesso vengono considerate le “vie d’uscita” più rapide, ma attenzione: non tutte sono accessibili a chi si trova già in grave difficoltà economica.
Proprio qui nasce il problema, molti, nella speranza di sistemare tutto in fretta, si affidano a metodi che sembrano efficaci, ma che si rivelano inutili, se non addirittura pericolosi portando il debito fuori controllo.
Ecco perché conoscere le opzioni serve, ma sapere quando NON funzionano è ancora più importante.
Cominciamo con quella più immediata e ovvia: pagamento del debito.
Pagamento del debito
È la forma più diretta e intuitiva per estinguere un debito: pagare quanto dovuto.
Se hai le risorse e la situazione non è ancora degenerata, è la soluzione più lineare.
In questo modo chiudi tutto e volti pagina.
Attenzione: semplice non vuol dire sempre possibile.
Perché nella realtà di chi si trova in difficoltà, spesso il problema non è “voler pagare”, ma poterlo fare.
Quando i debiti sono tanti, oppure c’è un solo creditore ma l’importo è diventato insostenibile, il pagamento completo rischia di essere solo un’illusione.
In molti provano a fare piccoli versamenti, convinti che “qualcosa è meglio di niente”, ma non funziona così.
Se il debito è già in mano a un legale o a una società di recupero, pagare cifre parziali, senza un accordo preciso, non blocca le azioni legali. Anzi, spesso dà solo l’illusione di star risolvendo, mentre la situazione peggiora.
Questo non equivale a saldare tutti i debiti, al contrario, quando si paga solo una parte senza un’intesa scritta, il debito continua a crescere:
- Gli interessi corrono.
- Le spese aumentano.
- Le procedure restano attive.
Così, mentre cerchi di sistemare la situazione “a rate”, potresti ritrovarti con un pignoramento in corso.
Il pagamento del debito, quindi, è efficace solo se:
- hai le risorse per chiudere subito e in un’unica soluzione;
- o hai concordato un piano scritto e accettato dal creditore.
Fuori da questi casi, resta solo una toppa che si stacca al primo strappo.
Compensazione
Tra le forme meno conosciute per estinguere un debito, c’è la compensazione.
In pratica, si verifica quando tu e il tuo creditore avete debiti reciproci: lui deve qualcosa a te e tu devi qualcosa a lui.
In questi casi la legge prevede che le due posizioni possano annullarsi a vicenda, in tutto o in parte, fino all’importo equivalente.
Facciamo un esempio semplice:
Se devi 5.000 euro a un fornitore, ma quello stesso fornitore ti deve 3.000 euro per un vecchio lavoro che non ti ha ancora pagato, puoi compensare e ridurre il tuo debito a 2.000 euro.
La compensazione può essere:
- Legale, se sussistono tutti i requisiti previsti dalla legge.
- Volontaria, se è frutto di un accordo tra le parti.
- Giudiziale, se viene stabilita dal giudice in un contenzioso.
Ma qui è importante chiarire un punto fondamentale: la compensazione funziona solo se il credito che vanti è certo, liquido ed esigibile.
Cioè:
- Deve essere già maturato (non futuro).
- Deve essere determinato nell’importo.
- Deve essere esigibile, cioè non soggetto a termini o condizioni sospensive.
Se mancano questi requisiti, il creditore può rifiutare la compensazione e tu resteresti con il debito intero da pagare… senza poter usare il tuo credito come “scudo”.
Inoltre, quando il creditore è lo Stato o un ente pubblico, i margini per compensare si restringono drasticamente rendendo ogni credito impossibile da compensare.
Troppe volte abbiamo visto imprenditori e aziende andare a gambe all’aria per debiti con lo Stato ma per crediti di gran lunga superiori non pagati!
Ecco perché, se stai pensando di usare la compensazione per estinguere il debito, devi valutare attentamente la tua posizione.
Perché anche qui, se sbagli i conti o ti illudi di avere un credito che in realtà non puoi usare, il danno arriva in fretta.
Novazione
Il termine può sembrare tecnico, ma la logica è semplice: con la novazione, si sostituisce un vecchio debito con uno nuovo.
È una modalità di estinzione del debito che cancella il debito originario, creando un nuovo accordo che lo rimpiazza.
In pratica si chiude il vecchio contratto e se ne apre uno nuovo con condizioni diverse.
Può cambiare l’importo, la scadenza, i tassi, oppure anche il soggetto che subentra nel rapporto.
La novazione può sembrare vantaggiosa perché ti permette, almeno in apparenza, di “resettare” la tua situazione, facendoti anche percepire della nuova liquidità, ma c’è un problema: non cancella il debito, lo trasforma.
Se eri in difficoltà con il vecchio, potresti finire peggio con il nuovo.
Inoltre, con la novazione perdi ogni possibilità di contestare il debito originario.
Una volta accettata, non puoi più tornare indietro: il nuovo obbligo prende il posto del vecchio, anche se quest’ultimo aveva dei vizi o delle irregolarità.
Chiedere la novazione, come prestito per annullare gli effetti del sovraindebitamento, peggiora di molto la situazione.
Ecco perché, per chi si trova in una situazione di sovraindebitamento reale, la novazione è solo rimandare il problema, con interessi più alti, vincoli più stretti e margini di manovra sempre più ridotti.
Cessione di un bene per estinguere i debiti
Quando non si riesce a pagare un debito in denaro, molti pensano a una soluzione drastica: dare qualcosa in cambio.
Una macchina, un terreno, un immobile… qualcosa di valore, da cedere al creditore per “chiudere i conti”.
Questa operazione è come dire: “non posso pagarti in soldi, ma ti do questo bene in cambio, così saldiamo tutto”.
In alcuni casi funziona, ma solo a precise condizioni:
- Il creditore deve accettare volontariamente il bene offerto.
- Il valore del bene deve essere pari o superiore al debito da estinguere.
- Serve una scrittura formale che certifichi l’accordo.
Attenzione: è una soluzione fragile.
Se il bene viene sopravvalutato, il creditore può tornare a chiedere la differenza, se viene sottovalutato, tu potresti perdere più di quanto avresti dovuto.
Se non c’è un accordo scritto che chiude tutto chiaramente, il debito non si estingue del tutto.
C’è un altro rischio: molti pensano che vendere un bene per pagare un debito sia la stessa cosa, ma non è così.
La vendita è un'operazione autonoma: non chiude il debito automaticamente, solo la cessione diretta al creditore con accettazione esplicita può portare all’estinzione.
Anche in quel caso, ci si svincola da un debito… perdendo un pezzo del proprio patrimonio.
Per chi è in difficoltà vera, questo può voler dire rimanere senza nulla, senza però aver risolto il problema alla radice.
Perché se ci sono altri debiti in sospeso, il rischio è quello di aver bruciato l’unico bene disponibile per trovarsi comunque esposti.
Remissione del debito
A volte il creditore decide di rinunciare volontariamente a farsi pagare, è quello che la legge chiama remissione del debito.
Un atto unilaterale che, se accettato dal debitore, porta all’estinzione del debito senza bisogno di versare nulla.
Attenzione: nella realtà, la remissione è un’eccezione rara, non la regola.
Avviene solo in casi molto particolari, come:
- rapporti familiari o personali molto stretti;
- importi molto bassi che non giustificano azioni legali;
- situazioni in cui il creditore preferisce chiudere per motivi fiscali o strategici.
Per chi si trova in vera difficoltà economica, sperare nella remissione come soluzione è pericoloso.
Non si può chiedere, non si può pretendere e, soprattutto, non si può prevedere.
È una decisione che dipende solo dal creditore e se decide di non concederla, il debito resta lì, con tutti gli effetti che comporta.
Inoltre, molte persone confondono la remissione con la prescrizione, ma sono due cose molto diverse:
- La remissione è una rinuncia volontaria.
- La prescrizione, invece, è legata al passare del tempo.
Prescrizione dei debiti
Tra tutte le speranze che coltiva chi ha un debito, quella della prescrizione è forse la più diffusa e pericolosa.
Molti pensano che basti aspettare qualche anno e tutto si cancella da solo, ma la verità è che la prescrizione non è un tasto “reset”.
È un meccanismo molto più delicato, e pieno di trappole.
In termini semplici, la prescrizione di un debito significa che, dopo un certo numero di anni, il creditore non può più far valere il proprio diritto in tribunale.
I tempi cambiano in base al tipo di debito:
- 10 anni per la maggior parte dei contratti (come prestiti o mutui);
- 5 anni per bollette, affitti e alcuni tipi di contributi;
- 3 anni per multe o sanzioni amministrative.
Ma ecco il punto: ogni azione in cui il creditore chiede di essere pagato, fa ripartire da capo il conteggio.
Basta una raccomandata, un sollecito scritto, una PEC, perfino una telefonata registrata con la tua conferma del debito e quel debito che pensavi quasi “scaduto”… riprende vita.
Inoltre, la prescrizione non è automatica, sei tu che devi richiedere al giudice di prescrivere il tuo debito perché è trascorso il tempo.
In pratica: o la richiedi in tempo, o perdi il diritto di usarla.
Chi aspetta la prescrizione come via di uscita rischia grosso:
- il tempo sembra passare lento, ma il creditore può colpire in qualsiasi momento;
- le comunicazioni non sempre sono chiare, e potresti non accorgerti che il termine è stato interrotto.
Affidarsi solo alla prescrizione significa restare immobili, con l’ansia che ogni postino porti una brutta sorpresa.
Accordo di saldo e stralcio
È una delle soluzioni più pubblicizzate da affaristi e “esperti del web”: paghi meno del dovuto e chiudi il debito.
In pratica, il creditore accetta una sommatoria ridotta, purché tu la versi in un’unica soluzione e in tempi brevi.
Si chiama saldo e stralcio e a prima vista sembra la via d’uscita perfetta.
Però, come spesso accade, quello che funziona sulla carta, nella realtà è pieno di ostacoli e se ti trovi in una situazione di vero sovraindebitamento, questa strada rischia di essere una nuova trappola.
Ecco perché:
- Serve liquidità immediata. Il creditore non aspetta: vuole un pagamento secco, in pochi giorni e se non hai i soldi, l’accordo salta.
- Funziona solo se il creditore è disposto a trattare. Non tutti accettano il saldo e stralcio e se hai più debiti, devi convincere tutti i creditori contemporaneamente, altrimenti rischi di sistemare una parte e peggiorare il resto.
- Non cancella automaticamente le segnalazioni negative. Anche dopo il pagamento, resterai segnalato nelle banche dati come cattivo pagatore.
- Non ti tutela da future azioni. Se l’accordo non è redatto bene e formalizzato, il creditore potrebbe tornare a chiederti altro, o il debito potrebbe non risultare completamente chiuso.
In sostanza, se hai uno o pochi debiti ancora gestibili e una disponibilità immediata, può essere una soluzione, ma se sei già in crisi, senza soldi e sommerso dai creditori, pensare al saldo e stralcio è come voler spegnere un incendio con un bicchiere d’acqua.
Allora la vera domanda è: come estinguere un debito se non si può pagare?
Come estinguere un debito se non si può pagare? Appellati alla legge Salva Suicidi
Arriva un punto in cui diventa chiaro: pagare il debito è impossibile.
Non si tratta più di stringere la cinghia o tagliare qualche spesa, hai già venduto il vendibile, chiesto aiuto, provato a trattare, ma niente: le entrate non bastano più.
Mentre i debiti aumentano, anche la pressione cresce e i creditori hanno iniziato a muoversi, gli avvisi diventano minacce concrete e i rischi di pignoramenti non sono più solo ipotesi.
In questi casi, ogni soluzione “fai da te” è destinata a fallire.
Il saldo e stralcio non è praticabile, la compensazione non esiste e nessuno ti condonerà spontaneamente un debito che non puoi pagare.
Aspettare la prescrizione? Troppo rischioso e se nel frattempo il creditore agisce, ti ritrovi senza protezione.
È proprio in questa condizione che entra in gioco la cosiddetta Legge Salva Suicidi.
Non si tratta di una scorciatoia, né di un colpo di spugna improvviso, è una legge dello Stato pensata per tutelare chi è finito in una crisi irreversibile, senza colpa e senza vie d’uscita.
Attraverso apposite procedure contro il sovraindebitamento, puoi ottenere un piano regolato e sostenibile:
- Dai quello che puoi, per un periodo limitato e poi tutti i debiti vengono cancellati, anche se l’importo versato è molto più basso del totale dovuto.
Questo non vuol dire che sia semplice, ma è l’unico strumento che la legge ti riconosce quando non hai più nulla da perdere, se non il poco che ti resta.
Un modo per non farti travolgere, per ricominciare e, soprattutto, per chiudere con un passato che non riesci più a gestire.
Le procedure contro il sovraindebitamento non sono per tutti.
Sono pensate per chi è davvero in crisi, per chi ha provato a pagare e non ce l’ha fatta, per chi ha bisogno di una soluzione reale, non di un altro rimedio temporaneo.
Capirle nel dettaglio è il primo passo per scegliere con lucidità, perché quando il debito ti soffoca, non è più il tempo delle soluzioni veloci, ma di quelle che ti portano davvero fuori dai debiti, una volta per tutte.
Sovraindebitato per 20 anni, oggi libero grazie a Legge3.it
Per oltre vent’anni, Massimiliano ha vissuto all’ombra di debiti che non aveva cercato, ma che si è trovato sulle spalle dopo la chiusura dell’azienda di suo padre.
Non si è mai tirato indietro, nonostante il peso fosse enorme: più di 220.000 euro accumulati nel tempo, che gli hanno tolto la libertà, la serenità e la possibilità di progettare il futuro.
Non si trattava solo di numeri, era il peso dell’angoscia quotidiana.
La paura di essere sempre sotto osservazione, la sensazione di vivere “nascosti nel buio”, senza mai poter compiere un passo fuori posto.
Anche un semplice investimento per la famiglia diventava impossibile, perché c’era sempre quel debito lì, come un’ombra che cresceva.
Il momento di rottura è arrivato con l’ennesima lettera di recupero crediti.
Massimiliano ha deciso: “O lo faccio adesso, o non lo faccio più”.
È iniziata così una ricerca sul web che lo ha portato a scoprire la Legge.it
All’inizio c’erano mille dubbi, ma la voglia di uscirne era più forte della paura.
Il tribunale ha approvato il suo piano: piccoli versamenti per tre anni, commisurati alle sue possibilità e, alla fine, tutti i suoi debiti saranno cancellati.
Oggi Massimiliano dice di essere tornato a vivere.
Non parla di miracoli, parla di una legge concreta, reale, che funziona se applicata da chi sa davvero cosa sta facendo.
Il giorno della sentenza è stato il suo primo giorno di libertà: una nuova vita, costruita con coraggio e consapevolezza.
Guarda la testimonianza video di Massimiliano e scopri come è riuscito a liberarsi davvero
Testimonianze Clienti
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