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Posso prelevare se il conto corrente è pignorato?

Conto corrente pignorato posso prelevare? È la domanda che ti esplode in testa nel momento esatto in cui scopri che il tuo conto è stato bloccato.

Ti colleghi all’app della banca, provi a fare un prelievo o un bonifico, ma non funziona nulla.

Nessuna spiegazione chiara, solo un messaggio generico: “operazione non consentita” e così, inizia il panico.

Quando il conto corrente viene pignorato, la banca non ti avvisa con largo anticipo. 

È una comunicazione fredda, spesso incomprensibile, che arriva quando ormai è troppo tardi per fare qualcosa. 

I soldi sono bloccati e la sensazione è quella di essere finito in trappola, senza via d’uscita.

La domanda che ti tormenta è semplice: posso prelevare se il conto corrente è pignorato?

La risposta dipende da molte variabili, ma ce n’è una che vale più di tutte: cosa è stato accreditato sul conto e quando.

 

Se hai ricevuto uno stipendio o una pensione, le regole cambiano, ma anche qui non tutto è semplice: esistono limiti, tempi da rispettare e situazioni in cui potresti non riuscire a toccare neanche un euro.

Nel frattempo, le scadenze non si fermano, i creditori spingono e il rischio che si allarghi il buco è concreto. 

Non basta pensare “qualcosa risolverò”, ogni giorno che passa peggiora la situazione.

Ecco perché è fondamentale capire cosa puoi realmente fare se hai un conto corrente pignorato e perché spesso aspettare, o tentare di aggirare il problema, ti porta solo più in fondo.

Posso prelevare la pensione o lo stipendio se il conto corrente è pignorato?

È una domanda che arriva sempre insieme alla paura di non riuscire più a far fronte alle spese quotidiane.

Quando ti accorgi che il conto è bloccato, la prima cosa che vuoi sapere è: “Ma almeno i soldi della pensione o dello stipendio li posso usare?”

La risposta è dipende, perché la legge distingue due situazioni molto diverse e, se sbagli a interpretarle, rischi di vedere sparire tutto.

Ecco come funziona davvero:

  • Se la pensione o lo stipendio erano già accreditati sul conto prima del pignoramento, allora la legge ti tutela: solo l’importo che supera il triplo dell’assegno sociale può essere bloccato. Significa che, oggi, circa 1.600 euro devono restare disponibili per te. Il resto può essere pignorato.

  • Se invece la pensione o lo stipendio arrivano sul conto dopo il pignoramento, cambia tutto: il creditore può intervenire direttamente sulla fonte (INPS o datore di lavoro), trattenendo una quota percentuale (di solito 1/10 o 1/5), e solo la parte restante ti verrà accreditata sul conto. Quella parte sarà completamente disponibile, perché già ridotta alla fonte.

Il problema è che molti non conoscono questa differenza e finiscono per aspettare soldi che non potranno mai usare. 

Oppure danno per scontato di poter contare sul proprio stipendio o pensione, senza sapere che potrebbero vederseli sparire quasi interamente, se erano già sul conto.

Quanto posso prelevare dal conto pignorato?

Quando il conto viene bloccato, la prima cosa che ti interessa è capire quanti soldi puoi ancora usare, oggi, subito.

La domanda non è più “posso prelevare dal conto corrente pignorato?”, ma: quanto posso davvero prelevare, e quando?

La risposta dipende da tre fattori fondamentali:

  • Che tipo di soldi ci sono sul conto (pensione, stipendio o altro).

  • Quando sono arrivati (prima o dopo il pignoramento).

  • Quanto ammontano rispetto ai limiti imposti dalla legge.

Facciamo un esempio pratico.

Hai 2.000 euro sul conto, di questi, 1.800 sono la tua pensione, accreditata prima del pignoramento.

La legge dice che puoi usare solo la parte che non supera il triplo dell’assegno sociale, quindi, circa 1.600 euro, i restanti 400 potrebbero essere bloccati dal creditore.

Ma se quei 2.000 euro fossero un bonifico da un familiare, o un rimborso, o un incasso non tutelato? In quel caso, potrebbero essere pignorati per intero.

In pratica, non c’è una cifra fissa che puoi sempre prelevare, ogni situazione va valutata in base a:

  • Origine del denaro (stipendio, pensione o altro).

  • Momento in cui è stato accreditato.

  • Soglia minima di impignorabilità (triplo assegno sociale).

  • Eventuali trattenute già fatte a monte, se si tratta di somme future.

Nel frattempo, tu rimani fermo, bloccato. I soldi sono lì, ma non puoi toccarli.

Anche perché la banca stessa non è in grado di sbloccarti nulla, senza una disposizione del tribunale o del creditore.

E allora ti chiedi: ma tutto quello che arriva sul conto d’ora in poi verrà bloccato?

Cosa succede alle somme accreditate dopo il pignoramento?

Uno dei dubbi più grandi è: “Se il mio conto è già bloccato, tutti i soldi che arrivano dopo verranno presi dal creditore?”

La paura è che ogni futuro accredito — stipendio, pensione o qualsiasi entrata — finisca automaticamente bloccato, ma non funziona esattamente così.

Quando un conto è pignorato, la banca congela la disponibilità immediata delle somme presenti in quel momento.

Quelle diventano la base su cui il creditore può rivalersi, ma per gli accrediti successivi, entrano in gioco regole diverse:

  • Se si tratta di pensione o stipendio, valgono le stesse regole viste prima: non vengono bloccati interamente, ma sottoposti a una trattenuta percentuale alla fonte (ad esempio 1/5), mentre il resto arriva sul conto e rimane disponibile.
    Questo significa che non rischi di trovarti il conto completamente svuotato ogni mese, ma solo di ricevere meno di quanto ti spetta.

  • Se invece arrivano altri accrediti (un bonifico, una vendita, un rimborso), questi possono essere pignorati integralmente, perché non hanno le stesse tutele di pensioni e stipendi. In pratica, potrebbero non diventare mai realmente tuoi.

Il problema, però, è che la banca non fa da filtro per distinguere subito le somme tutelate da quelle pignorabili e così ti ritrovi a dover attendere chiarimenti, provvedimenti del giudice o disposizioni del creditore. 

Intanto, le tue disponibilità restano congelate e tu non hai il controllo dei tuoi soldi.

È come avere il conto che continua a “respirare”, con entrate che arrivano e si fermano lì, senza che tu possa decidere come usarle. 

Una sensazione di impotenza che cresce, giorno dopo giorno.

Ed è proprio per questo che la legge ha fissato un limite di impignorabilità, per garantire che almeno una parte minima rimanga sempre al debitore.

conto corrente pignorato posso prelevare la pensione

Qual è il limite di impignorabilità per un conto corrente?

Quando hai un conto corrente pignorato, ogni euro che arriva sul conto diventa un’incognita. 

Ti chiedi quanto potrai prelevare davvero e quanto invece finirà nelle mani del creditore.

La legge prova a mettere un minimo di ordine in questa confusione, fissando un limite di impignorabilità che dovrebbe garantire la sopravvivenza del debitore. 

Ma attenzione: non vale sempre e non vale per tutti i soldi.

Il riferimento è l’articolo 545 del Codice di procedura civile, che dice chiaramente:

  • Se sul conto sono presenti stipendio o pensione accreditati prima del pignoramento, il creditore può bloccare solo l’importo che supera il triplo dell’assegno sociale. Oggi parliamo di una soglia che si aggira attorno ai 1.600 euro: questa parte deve restare disponibile per chi subisce il pignoramento.

  • Se invece si tratta di somme accreditate dopo, come uno stipendio o una pensione mensile che continuano ad arrivare, non si applica più la soglia del triplo dell’assegno sociale. In questi casi la trattenuta avviene alla fonte (INPS o datore di lavoro), con percentuali predefinite (di solito un quinto). Solo la parte restante arriva sul conto e, quella sì, sarà disponibile.

  • Se infine arrivano sul conto altre entrate, come bonifici, rimborsi o vendite, non sono coperte da alcuna tutela specifica. In quei casi, il creditore può pignorare anche il 100% dell’importo.

Insomma, il limite esiste, ma non ti protegge sempre

Serve a garantire un minimo vitale, ma se non rientri nelle casistiche previste, il blocco può riguardare tutto ciò che hai.

Se vuoi approfondire meglio come funziona questa soglia e in quali casi si può evitare il pignoramento, leggi anche:Cos’è il pignoramento del conto corrente, quali sono i limiti e come evitarlo

Come posso sbloccare un conto corrente pignorato?

Quando il conto corrente è pignorato, tutto si ferma: prelievi, bonifici, addebiti automatici. Anche le spese più semplici diventano impossibili.

Ti ritrovi con lo stipendio o la pensione bloccati, le bollette che scadono, il mutuo che non puoi pagare, ma soprattutto, ti senti senza via d’uscita.

In molti, a questo punto, cercano scorciatoie: cambiare banca, intestare il conto a un familiare, farsi pagare in contanti.

Soluzioni che possono sembrare furbe, ma che in realtà rischiano di peggiorare tutto.

Se il creditore scopre manovre per eludere il pignoramento, può rivalersi anche su chi ti ha “aiutato”, facendo scattare nuove azioni legali e sanzioni.

Altri provano a “resistere”, sperando che il creditore si stanchi o che il pignoramento cada da solo, ma la realtà è diversa: più passa il tempo, più la situazione si aggrava.

Il pignoramento non si cancella da solo! 

Il debito cresce e il creditore può avviare altri blocchi, su nuovi conti, sullo stipendio, sulla pensione, addirittura su immobili o beni personali.

L’unico modo concreto per sbloccare la situazione è affrontare il problema alla radice: il debito.

Quando il debito è troppo alto rispetto alle proprie possibilità, non serve più una soluzione “classica”, serve una protezione vera.

In questi casi esistono procedure sul sovraindebitamento previste dalla legge pensate proprio per chi si trova in uno stato di difficoltà economica grave e duratura. 

Sono strumenti legali che permettono, in modo controllato e tutelato, di sospendere le azioni esecutive, bloccare i pignoramenti e, al termine, ottenere la cancellazione dei debiti residui.

Non sono soluzioni adatte a tutti, ma solo a chi si trova in reale stato di sovraindebitamento.

Chi si trova in questa condizione lo sa bene, ogni giorno è una lotta per arrivare a fine mese e il pignoramento è solo l’ultima goccia.

Se ti ritrovi in questa condizione, non è il momento di aspettare.

Ogni giorno che passa peggiora la situazione, il conto bloccato è solo un sintomo.

Il vero problema è il debito e va risolto, prima che sia troppo tardi. Proprio come ha fatto Eleonora.

La storia di Eleonora: da 118.000 euro di debiti alla rinascita personale

Quando parliamo di sovraindebitamento, di paura e senso di impotenza, stiamo parlando di qualcosa che molte persone vivono ogni giorno, ma poche riescono a uscirne.

Eleonora è una di quelle che ce l’ha fatta e non si è liberata solo dai debiti, ma anche dal peso emotivo che le aveva tolto il fiato per anni.

Tutto è iniziato con un sogno: una ditta individuale nel settore del pet food, con l’idea ambiziosa di creare un resort olistico per cani. 

Ci aveva creduto davvero, aveva ottenuto finanziamenti, aveva investito tutto, ma era giovane, inesperta e — come racconta lei stessa — la gestione non è stata all’altezza della visione.

 

A peggiorare le cose, è arrivata la richiesta d’aiuto di una persona per lei molto importante.

Si è fidata completamente, ha dato tutto, anteponendo i bisogni di questa persona ai suoi, ma non ha più ricevuto nulla in cambio, se non debiti

Tutto era a suo nome e tutto è crollato.

Quello che è venuto dopo è stato un periodo di angoscia, depressione e colpa

Si chiedeva come non avesse capito, come avesse fatto a ridursi così e quando ha provato a cercare una via d’uscita, si è sentita dire che non aveva i requisiti per accedere alla Legge 3 del 2012. 

Le avevano richiesto condizioni non previste dalla legge.

La svolta è arrivata grazie a sua madre, che ha visto un programma in TV e le ha suggerito di contattare Legge3.it 

All’inizio Eleonora era scettica, ma ha fatto quella chiamata e lì ha scoperto la verità: i requisiti che le avevano detto non erano quelli reali e c’era una possibilità concreta di liberarsi dai debiti.

Oggi Eleonora è una donna nuova: ha ottenuto una sentenza dal Tribunale di Padova che la libera da oltre 118.000 euro di debiti

Verserà 300 euro al mese per tre anni e poi sarà completamente libera.

Ma più ancora del lato economico, per lei questa è stata una rinascita come persona

Ha fatto anni di terapia, ha imparato a guardarsi con occhi diversi e ora vuole che la sua storia possa aiutare chi si sente perso come lo era lei.

 

Guarda la video testimonianza completa di Eleonora e scopri con le sue parole cosa vuol dire uscire dal sovraindebitamento grazie alla legge.

Testimonianze Clienti

Milioni di persone in Italia soffrono ogni giorno a causa dei troppi debiti, con creditori assillanti e rate che diventano impossibili da sostenere. 

Qualcuno tra questi, i più forti, riescono a liberarsi di questa condizione, proprio come chi si libera dalle sabbie mobili che trascinano giù!

Molte di queste storie, diverse tra loro eppure simili nella sofferenza, le ho raccolte in un libro intitolato "Fatti e Non Parole"

Questo volume non contiene solo i racconti delle difficoltà e del riscatto di chi si è rivolto a Legge3.it, ma anche documenti concreti come le sentenze dei tribunali che hanno cancellato i debiti e le lettere di ringraziamento che queste persone ci hanno scritto.

Il libro, infatti, si chiama così proprio perché si basa su fatti veri e supportati da documenti.

Puoi scaricare gratuitamente la tua copia in formato PDF sul computer o sul telefono, senza dover fornire alcun dato, semplicemente cliccando sull'immagine che trovi qui.

Leggendo le storie di chi ce l'ha fatta, potrai trovare nuova speranza e individuare la soluzione più adatta a te.

La Garanzia 100% Soddisfatti o Rimborsati

Per noi di Legge3.it, la tua tranquillità e la certezza del risultato sono la priorità assoluta.

Sappiamo che chi affronta una situazione di sovraindebitamento vive un momento di grande incertezza economica e personale, e per questo ha bisogno di una soluzione seria e garantita.

È proprio per questo motivo che offriamo a tutti i nostri clienti la Garanzia 100% Soddisfatti o Rimborsati, mettendola per iscritto. 

Questo significa che ci assumiamo la piena responsabilità dell'esito della tua pratica. 

Se, per qualsiasi motivo, la procedura venisse rigettata dal giudice, ti restituiremo ogni singolo centesimo della parcella. 

Non cercheremo scuse, perché un rigetto è sempre responsabilità di chi ha preparato la pratica. 

Questo impegno è possibile perché ogni caso viene analizzato con la massima scrupolosità prima ancora di essere avviato, per avere la certezza, non la probabilità, che andrà a buon fine.

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Se stai affrontando una situazione di sovraindebitamento e senti che il peso dei debiti sta diventando insostenibile, è fondamentale agire subito e rivolgersi a veri professionisti.

Tentare strade sbagliate può solo peggiorare la tua condizione, aumentando i debiti e complicando ulteriormente le cose. 

La soluzione per cancellare i debiti che non riesci a pagare e ripartire con una vita pulita esiste ed è la procedura contro il sovraindebitamento. 

Non aspettare sperando che i problemi si risolvano da soli, perché questo non farà che peggiorare la situazione.

Per capire se questa è la soluzione giusta per te, fai il primo passo verso la tua libertà dai troppi debiti

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In più, riceverai un mio personale omaggio che ti fornirà strumenti e consigli utili per comprendere meglio come uscire dai debiti in modo sicuro e garantito. 

Non perdere altro tempo, chiama ora oppure compila il modulo di contatto qui in basso per essere ricontattato al più presto.

Buona vita! 

 

Gianmario Bertollo

 

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